L’olivo: elemento del paesaggio culturale

Calandrelli M.M. [CNR Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale, Napoli]
Calandrelli R. [CNR Istituto di Studi Giuridici Internazionali, Napoli]
Acampora G. [CNR Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale, Napoli]
Cirillo C. [CNR Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale, Napoli]

L’area mediterranea è un’area caratterizzata da una elevatissima biodiversità. In essa si concentra il 16% delle specie vegetali esistenti; percentuale rilevante se si pensa che solo il 2,25% delle terre emerse sono regioni a clima mediterraneo, in cui il territorio del bacino mediterraneo presenta la maggiore estensione. L’olivo rappresenta un elemento fondamentale della vegetazione naturale dell’ambiente mediterraneo e ne caratterizza il paesaggio naturale e, a partire dal IV millennio A.C. (Zohary e Hopf, 1993), antropico. La coltivazione dell’olivo ha spesso comportato delle modifiche geomorfologiche (terrazzamenti) in specifiche parti del territorio, che non solo hanno permesso la conservazione del delicato equilibrio idrogeologico dei versanti ma costituiscono un elemento di eredità storica e culturale delle popolazioni mediterranee. I terrazzamenti rappresentano dei fondamentali elementi del paesaggio culturale. Farina (2000) definisce tale paesaggio “un’area geografica nella quale le attività umane e le dinamiche ambientali si sono integrate a tal punto da creare modelli ecologici e meccanismi di controllo che determinano la presenza, la distribuzione e l’abbondanza delle specie”; è, pertanto, strettamente influenzato e dipendente dall’attività umana. I paesaggi culturali sono aree in cui l’influenza antropica è rilevante a causa delle alterazioni dell’uso del suolo, per la sostituzione delle comunità biologiche e per il notevole input di energia sussidiaria apportata (Massa et al.,2004). Il paesaggio agrario ad uliveti della costiera amalfitana ripropone il terrazzamento quale modalità di sistemazione dei versanti più adatta alla frammentarietà e alla acclività dei rilievi. Sui ripidi pendii calcarei la coltivazione dell’olivo è stata possibile attraverso l’ausilio di questa forma d’ingegnerizzazione del territorio che ha ridotto l’erosione mediante la creazione di piccole superfici piane nelle quali l’acqua non è in grado di asportare la parte superficiale biologicamente più ricca, e quindi tale tecnica ha reso possibile l’agricoltura in zone di difficile accessibilità dove, però, non è nemmeno consentito l’intervento delle macchine agricole e quindi nel tempo, al variare delle condizioni socio economiche, sono state abbandonate con la conseguenza che sono state riguadagnate dalla vegetazione, in parte spontanea e in parte esotica, con un notevole incremento del rischio di incendio e della successiva erosione. La Comunità Europea ha invitato tutte le nazioni a proteggere i terrazzamenti come sistema fondamentale per la salvaguardia del paesaggio e la lotta alla desertificazione e al degrado dei suoli. Solo se riconosciute ed esaltate nelle loro valenze, gli uliveti costieri possono proporsi quali innovativi fattori di sviluppo socio-economico e nello stesso tempo garantire le funzioni ecosistemiche.

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