Bartolomeo Dichio (Delegato Regionale per la Basilicata, sez. Frutticoltura. Email: dichio@unibas.it) La International Society for Horticultural Science (ISHS), Società Internazionale di Ortoflorifrutticoltura, e l'Università degli Studi della Basilicata, convener Prof. Cristos Xiloyannis, Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell'Ambiente, hanno organizzato a Matera, dal 16 al 20 Giugno 2008, nell'Auditorium Raffaele Gervasio e negli Ipogei di piazza San Francesco, la quattordicesima edizione del Convegno Internazionale sull'Albicocco (XIV International Symposium on Apricot Breeding and Culture).La città di Matera è stata scelta, dopo Avignon in Francia nel 2001 e Murcia in Spagna nel 2005, quale località ideale, perchè inserita in un'area rilevante (terza a livello nazionale) per la produzione di albicocche, nonchè in grado di offrire uno scenario storicoculturale, apprezzato, quanto l’ospitalità offerta, dagli ospiti e convegnisti. Il prof. Xiloyannis (convener) nell’epilogo del simposio ha voluto condividere gli apprezzamenti ricevuti dai numerosi colleghi con tutte le persone coinvolte nei Comitati Organizzatore e Scientifico. Ha ringraziato inoltre le numerose Istituzioni pubbliche ed imprese private, che hanno offerto il loro supporto. Il successo scientifico, ma non solo, del Convegno è stato dovuto alla qualità, numerosità e varietà dei partecipanti e delle relazioni. Sono stati presentati oltre 150 lavori scientifici, da 20 Paesi europei ed extraeuropei. Una delegazione del governo armeno guidata dal Viceministro dell’Agricoltura, il sig. Samvel Avetisyan ha partecipato al simposio. La comunità scientifica ha accettato la candidatura dell’Armenia come paese ospitante la prossima edizione del simposio che si terrà nel 2012. Il programma del Simposio è stato ricco non soltanto dal punto di vista scientifico ma anche dal punto di vista tecnico, turistico e culturale. Infatti oltre ai tre giorni di presentazioni e discussioni dei risultati dei lavori scientifici e posters è stata programmata la giornata di Venerdi 20 giugno in abbinamento con la mostra pomologica con l’obiettivo principale del trasferimento delle novità che sono emerse dal Convegno ai tecnici e agricoltori. Il Comitato Scientifico ha voluto inoltre invitare relatori di rilevanza Internazionale per trattare tematiche, di interesse multidisciplinare, come il ruolo delle biotecnologie nel settore frutticolo, la nutrizione e la salute, il marketing, la valorizzazione e il trasferimento dei risultati della ricerca. Le visite tecniche svolte il 18 e 21 giugno organizzate in collaborazione con ALSIA (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura) hanno dato la possibilità ai partecipanti di conoscere la realtà della frutticoltura dell’Italia meridionale , in particolare quella della Basilicata e della Puglia, con i suoi pregi e le problematiche.I lavori scientifici sono stati organizzati in tre sessioni : 1) risorse genetiche e miglioramento genetico; 2) ecofisiologia, tecniche colturali e difesa ; 3) qualità dei frutti e postraccolta Nella prima sessione la relazione ad invito del prof. Francesco Salamini (Università degli Studi di Milano) ha sintetizzato ed illustrato le ricerche attuali e le tendenze in un settore, quello delle biotecnologie e della biologia molecolare applicate alle piante, di interesse controverso e diffuso. i è stato messo in evidenza il ruolo rilevante delle tecniche più innovative (utilizzo di marcatori, clonaggio, tilling) che permettono di associare fenotipo a genotipo e di costruire “piattaforme genetiche”, per lo studio di popolazioni sperimentali.Alti lavori scientifici hanno presentato interessanti risultati sulla resistenza a virus e tecniche molecolari per lo studio dell’autoincompatibilità e loro applicazione nei programmi di miglioramento genetico.Nell’ambito della tavola rotonda coordinata dal prof. Jean marc Audergon sono stati discussi e sintetizzati gli obiettivi futuri della ricerca in questo settore. I partecipanti hanno condiviso la necessità di approfondire le ricerche sull’identificazione e certificazione varietale e dei genotipi parentali (fingerprinting), di costruire mappe molecolari e genetiche, implementare tecniche (MAS) e QTL (Quantitative Trait Loci), che permettano di ridurre i tempi di selezione per singoli geni. I principali obiettivi del miglioramento genetico per i prossimi 20 anni sono: migliorare le qualità nutraceutiche dei frutti; la resistenza o tolleranza delle piante nei confronti degli stress biotici ed abiotici; la protezione dall’erosione e conservazione della biodiversità esistente. Nella seconda sessione scientifica il Prof. Lorenzo M. Donini (Università Sapienza di Roma Istituto Nutrizione e Salute), nella relazione ad invito ha sottolineato gli effetti dell’alimentazione, della dieta ed in particolare della frutta sulla salute umana, per modulare le funzioni organiche (functional foods), per prevenire malattie croniche, quali l’obesità, per contribuire alla nutrizione in generale..I lavori della seconda sessione hanno riguardato temi relativi alla ecofisiologia, gestione delle tecniche e difesa delle piante. A conclusione dei lavori scientifici si è svolta la tavola rodonda sul tema della sostenibilità delle tecniche di gestione e qualità coordinata dal Prof. Cristos Xiloyannis. E’ emerso chiaramente che l’agricoltura punta alla qualità dei suoi prodotti, seguendo modelli di sviluppo ecocompatibili, a ridotto impatto ambientale ed in grado di ridurre i costi e mantenere la competitività sul mercato. E’ necessario definire modelli ed utilizzare tecniche innovative di gestione sostenibile delle colture e salvaguardia delle risorse. I risultati raggiunti dalla sperimentazione sono incoraggianti. L’irrigazione deve, in funzione delle condizioni ambientali, soddisfare le reali esigenze della pianta. Le tecniche di stress idrico controllato applicato dopo la raccolta, permettono di ridurre i volumi di acqua utilizzati senza ridurre la qualità e quantità della produzione. Nella scelta della forma di allevamento, bisogna considerare l’efficienza dell’uso della risorsa idrica, efficienza che aumenta con l’aumentare del rapporto foglie esposte/foglie ombreggiate. Tale aumento può essere ottenuto attraverso la riduzione delle dimensioni delle piante, l’adozione di quelle forme che consentono di massimizzare la quota di foglie esposte e l’esecuzione di interventi di potatura verde ripetuti. La gestione innovativa del suolo deve favorire o ripristinare la generale fertilità di questo: il recupero dei residui di potatura, gli apporti derivati dall’inerbimento, gli sfalci del tappeto erboso, gli apporti esterni di compost mirano ad aumentare la sostanza organica e l’attività dei microrganismi utili. L’uso appropriato delle pratiche colturali, così come le caratteristiche pedoclimatiche locali, possono giocare inoltre un ruolo fondamentale nel trasformare una significativa parte di CO2 atmosferica in biomassa ed humus, aumentando così i flussi di carbonio dall’atmosfera verso la biosfera e la pedosfera. Una gestione razionale permette di raggiungere risultati positivi in termini di qualità e quantità delle produzioni, efficienza d’uso economica delle risorse ed impatto ambientale.Nella terza session