Esperienze in vigneto sull’uso delle micorrize

Francesco Iacono [Azienda Agricola Fratelli Muratori, Capriolo (Brescia) ]
Gaetano Conte [Azienda Agricola Fratelli Muratori, Capriolo (Brescia) ]
Giusto Giovannetti [Centro Colture Sperimentali, Quart (AO) ]
Vincenzo Longo [CNR Istituto di Fisiologia Clinica, Pisa ]
Duilio Porro [Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario S. Michele all’Adige (TN)]

Nel periodo 2002-2008, si è valutato l’effetto dell’utilizzo di un inoculo misto di radici micorrizate e triturate (MICOSAT F), contenente spore e miceli di funghi endomicorrizici del genere Glomus, miscelati con batteri ed altri funghi della rizosfera applicato all’impianto a viti delle cultivar Cabernet Sauvignon e Cabernet franc, in Toscana. I controlli hanno riguardato il grado di micorrizzazione, la crescita e lo sviluppo vegetativo delle piante, nonché parametri nutrizionali e di potere ossidante nei vini. La colonizzazione simbiotica, più elevata nelle viti trattate nei primi anni d’impianto provoca un maggior sviluppo vegetativo delle piante con superiori assorbimenti minerali, ma tende a ridursi negli anni. I vini ottenuti da piante micorrizzate hanno presentato valori significativamente più elevati di stilbeni e un maggior potere antiossidante.

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